La fascinazione e la figura della rimediante, si inseriscono in contesti ben più ampi di ricerca, la presenza di questi argomenti è riscontrabile anche nel Martello delle streghe (malleus maleficarum).
Esso è un testo ecclesiastico ad opera di due inquisitori domenicani Heinrich Kramer e jacob Sprenger, rappresentanti della classe dominante tedesca, scritto nella sua prima edizione nel 1486.
Il testo è diviso in tre parti ciascuna delle quali tratta degli argomenti specifici.
Nella prima parte vengono affrontate diciotto questioni centrate sulla stregoneria e su come il diavolo riesca ad entrare in contatto con la strega, rendendola sua serva e mezzo per compiere il male, nella seconda parte abbiamo due sole questioni che trattano sul modo di fare della stregoneria e su come eliminarne gli effetti, nella terza e ultima parte divisa in trentacinque questioni si tratta del processo giudiziario e sulla loro sentenza.
Completamente di stampo cattolico e strutturato sulla netta dicotomia tra bene e male, Dio e il Demonio, donne e uomini, il malleus maleficarum, demonizza la figura femminile, considerandola come fonte di ogni peccato, di perfidia e soprattutto malizia , per tanto diventa un facile mezzo del demonio per colpire gli uomini.
Ciò che traspare è un modo di pensare tipicamente medievale, cattolico e misogino che non lascia spazio alla donna di poter emergere nella società alla pari dell’uomo.
La donna ha da sempre cercato di riscattarsi socialmente utilizzando ogni tipo di mezzo disponibile con il rischio di essere bruciata su un rogo.
All'inizio del trattato viene considerato il fascino dell’occhio ingannatore attraverso tre modalità: la prima è l’inganno dei sensi provocata dai diavoli, la seconda è l’invidia e la terza dice che attraverso l’odio può esistere una trasformazione malefica nel corpo attraverso gli occhi.
L’opera del fascino è messa in atto dal demonio che si serve della donna per attuarla. Siamo lontani dal fascino come lo intendeva De martino, ovvero massima espressione della bassa magia cerimoniale lucana, in questo testo è interpretato in chiave completamente cattolica e quindi come un mezzo del maligno per fare del male agli uomini.
Anche la figura della rimediante demartiniana si oppone alla strega del malleus. La rimediante è una figura positiva ed essenziale all’interno della società, grazie alle sue pratiche magiche ripristina l’ordine della società stessa minata dal fascino al contrario la strega è descritta negativamente, come un male da estirpare, è lei stessa a rappresentare il caos della società e il rischio di disgregazione della stessa.
Il malleus maleficarum pur essendo un testo medievale trova attualità nel
nostro tempo, le società si evolvono e le donne costantemente cercano il loro
riscatto che cambia attraverso i tempi e ancora oggi ci sono troppe donne
demonizzate e metaforicamente bruciate, basti pensare ai tanti femminicidi e
abusi sempre troppo attuali.
La donna , nel manuale dell’inquisitore, è un mezzo di cui si serve il diavolo perché è maliziosa, fragile, superstiziosa, impressionabile, volubile e vendicativa a prova di ciò abbiamo il vecchio testamento con la presenza di Eva.
La donna è cattiva per natura “come conseguenza del loro primo difetto, quello dell’intelligenza, sono più portate a rinnegare la fede (….) studiano escogitano e infliggono varie vendette, sia attraverso stregonerie sia in qualunque altro modo.
Non c’è da stupirsi se in questo sesso c’è tanta abbondanza di streghe[1]”.
Questo estratto evidenzia la paura della classe dominante maschile di essere eguagliati o addirittura sovrastati dall’intelligenza femminile.
A sostegno di
questa tesi viene palesemente evidenziato il fatto che quasi tutti i regni del
mondo sono stati rovesciati a causa delle donne, basti pensare alla guerra di
Troia scatenata dal rapimento di Elena.
Cercherò di delineare per sommi capi il contenuto di questo manuale cominciando col dire che la donna è un nemico occulto che ottiene ciò che vuole molto spesso attraverso l’infedeltà, l’ambizione e la lussuria.
In accordo con i principi cattolici la sessualità della donna non è riconosciuta se non per procreare, non può alla pari dell’uomo esprimere liberamente i propri desideri carnali. Vengono elencati sette metodi per colpire con la stregoneria: portare gli uomini ad un amore disordinato, bloccare la loro forza generativa, asportare il membro virile, trasformare gli uomini in bestie (un esempio nelle storia antica potrebbe essere Circe che trasforma i compagni di Ulisse in porci), compromettere le gravidanze delle donne, provocare l’aborto e offrire i bambini al diavolo.
I metodi che il demonio utilizza per attirare le streghe sono generalmente tre: il primo è il tedio, il secondo è la seduzione dei buoni perché i cattivi già li possiede e il terzo è l’adescamento attraverso la povertà e la tristezza di alcune ragazze ingannate dal proprio uomo.
Le streghe a loro volta si differenziano in tre categorie in base alla natura del patto fatto con il diavolo, quindi ci sono quelle che procurano lesioni, quelle che curano e non procurano lesioni e quelle che procurano lesioni e curano.
Le ultime sono le peggiori in quanto possono fare moltissimi danni come ad esempio scatenare agenti atmosferici, provocare l’aborto, uccidere i bambini, avere rapporti sessuali con il diavolo e molto altro.
La parte più significativa di tutta l’opera è la terza in cui viene spiegato con minuzia di particolari, il processo, le torture e le sentenze.
Le donne venivano umiliate attraverso
interrogatori, torture corporali come quella del ferro rovente o facendole bere
dell’acqua bollente, venivano completamente rasate per poi essere bruciate sul
rogo.