sabato 23 novembre 2024

IL TERREMOTO DELL'IRPINIA DEL 1980 - I VOLONTARI DELL’ENEA NEI LUOGHI DEL TERREMOTO ROTONDELLA 2024 11 23

 

IL TERREMOTO DELL'IRPINIA DEL 1980
STORIA DELL’ENEA TRISAIA RACCONTATA DAI PROTAGONISTI
I volontari dell’Enea nei luoghi del terremoto

Pagina in aggiornamento

                                       

Il terremoto dell'Irpinia del 1980 fu un sisma che si verificò il 23 novembre 1980

La terrà iniziò a tremare alle 18:34 del 23 novembre 1980, quando una scossa di magnitudo 6.9 colpì un'area compresa tra Basilicata e Campania.

Il sisma durò “solamente” 90 secondi ma, per chi visse quella tragedia, sicuramente sembrarono attimi interminabili.

Il bilancio del sisma fu gravissimo: 3000 vittime, 9000 feriti e circa 280.000 sfollati. Nonostante l'epicentro fosse situato tra Basilicata e Campania, la scossa venne avvertita in mezza Italia, dalla Sicilia orientale alla Pianura Padana.

 In occasione di questo terribile e catastrofico evento, i dipendenti del Centro Enea, tra questi molti donatori di sangue, della TRI.DO.SA ENEA, si attivarono subito e organizzarono delle squadre di volontari che, alternandosi, settimanalmente, si recarono, a dare soccorso agli abitanti colpiti dal sisma.

Si fece anche una grande raccolta di medicinali, viveri, coperte e abbigliamento, coinvolgendo anche i paesi vicino al Centro Enea, Rotondella, Nova Siri, Policoro.

L’ Enea, in quell’occasione, mise a disposizione l’autobotte, per il trasporto dell’acqua, la Jeep, l’autocarro per il trasporto dei viveri ed altro e gli indumenti antinfortunistici per i volontari.

Alcuni dipendenti misero a disposizione le loro tende, il collega Enzo Morano, la sua tenda da ospedale militare da campo e il collega Adelio Canonico, la sua tenda da campeggio, per ospitare i nostri volontari.

Entrambe le tende furono lasciate, in quei luoghi, per ospitare gli altri volontari che arrivavano da tutta Italia.

 Cosimo Stigliano

DAL CATALOGO DEI FORTI TERREMOTI IN ITALIA

1980 11 23, 18:34:52 Irpinia-Basilicata (Italy)

 La scossa distruttiva avvenne il 23 novembre 1980 alle ore 18:35 GMT circa ed ebbe effetti devastanti in una vasta area dell’Appennino meridionale, in particolare in Irpinia e nelle zone adiacenti delle province di Salerno e Potenza. L’area dei massimi effetti comprese la zona del cosiddetto "cratere" nelle alte valli dell’Ofanto e del Sele; le distruzioni gravi e diffuse si estesero a nord fino alle alte valli del Sabato e del Calore e a sud fino alla montagna salernitana e potentina; l’area dei danni comprese quasi tutta la Campania e la Basilicata e parte della Puglia; l’area in cui la scossa fu sentita risultò estesa dalla Pianura Padana alla Sicilia.

Furono quasi completamente distrutti i paesi di Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi e Santomenna; distruzioni estese a oltre il 50% del costruito furono riscontrate a Balvano, Calabritto, Caposele, Guardia Lombardi, Pescopagano, San Mango sul Calore, Senerchia, Teora e Torella dei Lombardi. In circa altri 50 comuni furono rilevati crolli e gravi lesioni, 450 circa subirono danni più leggeri. Nelle regioni Campania e Basilicata, su un totale di 1.843.304 abitazioni censite, 77.342 risultarono distrutte, 275.263 gravemente danneggiate, 479.973 lievemente lesionate.
Numerose altre forti scosse si succedettero nelle ore e nei giorni immediatamente seguenti e si protrassero quindi per diversi mesi. La replica più forte avvenne il 14 febbraio 1981 alle ore 18:30 GMT, fu localizzata nei Monti d’Avella, a circa 55 km a ovest-nordovest dell’area epicentrale della scossa principale, e causò nuovi crolli e altre vittime.


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