IL SENTIERO LUCANO PORTA AL 2068
Lirica di Domenico Friolo
ROTONDELLA 2025 06 06
IL SENTIERO LUCANO PORTA AL 2068.
Di questo nostro mondo
lucano, immaginai il futuro
guardando giù in Trisaia
vidi il CNEN, mi sconvolse.
Iniziai con lo sguardo
a scrutare come fossi
un'avvoltoio dello spento
vulcano del Monte Vulture.
Vidi luoghi molto diversi
sempre più affascinanti
della mia natia Lucania
di cui ebbi forte impulso.
Orgoglio poi ferito che
purtroppo finì dove nacque
tra resti immondi e nocivi:
scorie nucleari lì recate.
Dal paese vedevo la piana
dei tre Santi: detta Trisaia:
florida, fertile pura, grassa,
lussureggiante e ricca.
Più in là il mio cammino
lucano và in due direzioni:
tra bei parchi nazionali
con sorgenti, fiumi, foreste
e poveri borghi montani
incuneati sparsi su colli
in una serie di lunghe valli
poste ai piedi dei pendii.
Vette panoramiche che
donano in varie linee di
orizzonti splendidi, creati
da diversi alture distanti,
oppure prossime e mai
esauste nel susseguirsi
tra zone umide o asciutte
e tipiche gole rocciose,
paesaggi spettacolari, belli
vivaci, colorati in sistemi
prorompenti montuosi e
collinari, ondulati e aspri.
Brulle distese con pieghe
a forma di lische di pesce
erose da vento e da piogge
su aspetti lunari: i calanchi.
Pendii e burroni accidentati
si alternano lungo questo
sentiero lucano ove si ode
il forte il richiamo di rapaci.
Giorno e notte fendono
forre, colline o accidentate
rupi ed infine la quiete si fa
strada che sfiora rassicura.
Mi sospingo fino dentro la
pianura fertile e bonificata,
quando già si intravede
il prossimo traguardo:
il mare, i cui arenili o coste
sono oro incontaminato,
fermo quì il mio viaggio,
per farne la prima sezione
di riflessione sull'antico e
originale cammino lucano.
Poi continuo nel viatico
e lo seguo attento al cosi
com'è: ed ecco che appare
la pubblicità con un lucano
con il mostruoso, bizzarro
cane nero a sei zampe
a fauci spalancate da cui
rilascia fuoco e feci in terra
lucana rendendola, sterile
disastrata, mortificata,
velenosa e moribonda ed
giovani vanno, la lasciano.
Mentre si da fondo a nuove
trivellazioni, risale petrolio,
gas e nocive acque reflue,
appaiono chiazze, scure,
umide, maleodoranti e poi
ecco rivoli lenti e costanti
che si riversano a valle
dai declivi mescolandosi
ad acqua cristallina pura,
causando così un brutto
inquinamento ovunque.
Questo sentiero si fa nero.
È oleoso, che viene, però,
presentato con parvenze
magnifiche e con grande
clamor visivo diffuso in TV.
Come oro un tesoro amaro
i cui proventi promessi
avrebbero dovuto farne
sogni per lucani creduloni.
Ma non è finita e si attende
il peggio e peggio sarà...
Molti lucani avevano dei
dubbi ora lo sappiamo tutti
e tutti di quei dubbi, la loro
realtà è nera verdastra
come il petrolio o il gas,
come l'abbandono lucano.
La nostra sete da tempo
non è placata da sorgenti
la nostra acqua da bere è
prelevata da fiumi di cesso
Quella minerale è venduta
a compagnie internazionali
in cucina poca acqua ed i
resti sono per il gabinetto.
Viaggiare e osservare non
sorprende in questo viatico
lucano, che non è fatto
solo dei Sassi dell'Unesco.
Guardo i laghi nelle valli
su cui galleggiano sparsi in
superficie quei marci refli:
i resti di carburi, non alghe.
Tutto va bene! Raccontano
interessati, politici di parte
evadendo o insinuando
su domande a loro poste.
Scaricare dubbi da vecchia
prostituta è divenuto una
incongruenza tutta lucana
dalla Regione ai comuni.
Mi viene naturale chiedere:
perchè ?
Siamo sempre stati poveri
in questa terra, ma degni.
Ora è povera e non ostile
questa terra lentamente
muore, noi anziani non ci
saremo e cosa lasciamo?
Solo disfatta annunciata.
Tu Potere lucano: aiuti
gli altri a creare disastri e
dimentichi il sociale lucano
Lo Stato, della Lucania
non frega a nessuno, ma tu
Politico lucano scavalcato
da Roma vile, perchè taci?
Torno a raccontare ancora
dei ricchi raccolti estivi di
grano, erano il nostro pane
come d'inverno i frutti
essiccati ed i pomodori
trasformati in salsa con
i peperoni cruschi appesi
pronti e buoni da gustare.
Un esempio di previdenza:
le salse lasciate cuocere al
sole, era il sugo da gustare
con strascinati e buon vino
era un’economia virtuosa:
davvero una provvidenza.
per la quale sapevamo di
ringraziare il buon Dio.
Ora si sta sprecando tutto
dalla vita dei giovani alla
natura, ai campi che sono
inquinati, alle erbe recline,
vengono lentamente a se
stessi abbandonati i cortili
ormai sterili di masserie
bruciate dal sole disabitate
A Irsina i campi di grano
piangono come ultima
reliquie che non cede ma
ora lì, manca il contadino...
È vano sperare rivederlo:
è moribondo come la povera
nostra Lucania dove non
è rimasto quasi più nulla.
Le pessime condizioni
costringono ad emigrare
giovani Laureati e l'amata
vanno via, riparte il viaggio.
Quel viaggio sul triste, noto
e vecchio atavico andare.
Amaro Sentiero lucano che
conduce lontano al nord
o in Europa, dove cercare
nuovo lavoro dove sperare
di poter vivere meglio,
partono: sono giovani
colti ma delusi da tutte le
promesse rivelatosi inutili,
il disarmante futuro senza
alcuna speranza non paga.
La speranza fatta propria,
coraggiosa ancora una
volta rimane attesa vana,
con fioche proteste di chi
è rimasto, pur con educate
proteste non danno frutto.
Bussare all'orecchio del
sordo? È ingiusto. E basta
insistere se la protesta
viene ridicolizzata da quel
cane nero con sei zampe.
Un mostro che beffardo
appare anche in TV dove
le audaci immagini sono
proiettate su questo nostro
disastrato Sentiero Lucano
Sporca, lurida presa in giro,
le bugie non recano buono,
tutto è perduto ai lati e sul
mio cammino lucano dove
fiumi fermati dalle dighe
vanno a valle asciutti, vuoti
un alveo trascurato, senza
più una lacrima d'acqua.
Accolto pur tiepidamente
e mai con consultazione
il patto sull’acqua non è
più ricchezza della Lucania
questa nostra virtù, era tale
prima, ora è saccheggiata,
poi inquinata come il ricco
sottosuolo di questa terra.
Hanno trasformano i fiumi
in aridi wadi: umiliandoli
ed in cui non c'è traccia di
di acqua ma segue il fiume
una grossa condotta a tubo
porta via la nostra acqua.
Abbiamo perduto tutti noi.
Restano vecchi nostalgici
e borghi in disfacimento in
attesa di inutili sagre estive
Testo di Domenico Friolo
Foto il Basento a Potenza