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martedì 15 luglio 2025

LUCANIA PANE AMARO di Domenico Friolo ROTONDELLA 2025 07 15

LUCANIA PANE AMARO 
di Domenico Friolo
ROTONDELLA 2025 07 15



LUCANIA: PANE AMARO

   

... a quei tempi,

chi partiva, dalla Lucania,

come chi vi rimaneva, 

, aveva gli occhi 

arrossati dal pianto,  

le viscere colme di dolore,

ed il cuore infranto, 

da eventi struggenti.

Partivano dalla terra più povera,

verso il pianeta della speranza, 

in luoghi di diffidenza e di freddo.

Hanno sofferto  la lontananza,

il distacco per lungo tempo,

la mancanza di affetto presente,

di un pasto caldo, di lenzuola nette.

Hanno inviato denaro e per questo,

a volte, hanno digiunato,

per non mancare ai doveri

per dare ai loro cari,

per un tozzo di pane,

un paio di scarpe

o il sostenimento 

di un figlio allo studio

Hanno taciuto o mentito,

con bugie innocenti,

sulla loro condizione: 

dicendo: <Stiamo bene>>

Rientravano per votare,

per dare un senso patriottico,

e di appartenenza all'Italia, 

alla comunità di origine.

Erano i nostri padri, 

i nostri fratelli, i nostri zii.

Oggi, voi, non parlate

senza cognizione di causa

di sofferenze non vostre,  

tacete quando qualcuno

narra di questi eventi, perché,

quella povertà, ha innalzato eroi,

che vanno rispettati come tali.


venerdì 6 giugno 2025

IL SENTIERO LUCANO PORTA AL 2068 DI DOMENICO FRIOLO ROTONDELLA 2025 06 06

IL SENTIERO LUCANO PORTA AL 2068
Lirica di Domenico Friolo
ROTONDELLA 2025 06 06



IL SENTIERO LUCANO PORTA AL 2068.


Di questo nostro mondo
lucano, immaginai il futuro
guardando giù in Trisaia
vidi il CNEN, mi sconvolse.
Iniziai con lo sguardo
a scrutare come fossi
un'avvoltoio dello spento
vulcano del Monte Vulture.
Vidi luoghi molto diversi
sempre più affascinanti
della mia natia Lucania
di cui ebbi forte impulso.
Orgoglio poi ferito che
purtroppo finì dove nacque
tra resti immondi e nocivi:
scorie nucleari lì recate.
Dal paese vedevo la piana
dei tre Santi: detta Trisaia:
florida, fertile pura, grassa,
lussureggiante e ricca.
Più in là il mio cammino
lucano và in due direzioni:
tra bei parchi nazionali
con sorgenti, fiumi, foreste
e poveri borghi montani
incuneati sparsi su colli
in una serie di lunghe valli
poste ai piedi dei pendii.
Vette panoramiche che
donano in varie linee di
orizzonti splendidi, creati
da diversi alture distanti,
oppure prossime e mai
esauste nel susseguirsi
tra zone umide o asciutte
e tipiche gole rocciose,
paesaggi spettacolari, belli
vivaci, colorati in sistemi
prorompenti montuosi e
collinari, ondulati e aspri.
Brulle distese con pieghe
a forma di lische di pesce
erose da vento e da piogge
su aspetti lunari: i calanchi.
Pendii e burroni accidentati
si alternano lungo questo
sentiero lucano ove si ode
il forte il richiamo di rapaci.
Giorno e notte fendono
forre, colline o accidentate
rupi ed infine la quiete si fa
strada che sfiora rassicura.
Mi sospingo fino dentro la
pianura fertile e bonificata,
quando già si intravede
il prossimo traguardo:
il mare, i cui arenili o coste
sono oro incontaminato,
fermo quì il mio viaggio,
per farne la prima sezione
di riflessione sull'antico e
originale cammino lucano.
Poi continuo nel viatico
e lo seguo attento al cosi
com'è: ed ecco che appare
la pubblicità con un lucano
con il mostruoso, bizzarro
cane nero a sei zampe
a fauci spalancate da cui
rilascia fuoco e feci in terra
lucana rendendola, sterile
disastrata, mortificata,
velenosa e moribonda ed
giovani vanno, la lasciano.
Mentre si da fondo a nuove
trivellazioni, risale petrolio,
gas e nocive acque reflue,
appaiono chiazze, scure,
umide, maleodoranti e poi
ecco rivoli lenti e costanti
che si riversano a valle
dai declivi mescolandosi
ad acqua cristallina pura,
causando così un brutto
inquinamento ovunque.
Questo sentiero si fa nero.
È oleoso, che viene, però,
presentato con parvenze
magnifiche e con grande
clamor visivo diffuso in TV.
Come oro un tesoro amaro
i cui proventi promessi
avrebbero dovuto farne
sogni per lucani creduloni.
Ma non è finita e si attende
il peggio e peggio sarà...
Molti lucani avevano dei
dubbi ora lo sappiamo tutti
e tutti di quei dubbi, la loro
realtà è nera verdastra
come il petrolio o il gas,
come l'abbandono lucano.
La nostra sete da tempo
non è placata da sorgenti
la nostra acqua da bere è
prelevata da fiumi di cesso
Quella minerale è venduta
a compagnie internazionali
in cucina poca acqua ed i
resti sono per il gabinetto.
Viaggiare e osservare non
sorprende in questo viatico
lucano, che non è fatto
solo dei Sassi dell'Unesco.
Guardo i laghi nelle valli
su cui galleggiano sparsi in
superficie quei marci refli:
i resti di carburi, non alghe.
Tutto va bene! Raccontano
interessati, politici di parte
evadendo o insinuando
su domande a loro poste.
Scaricare dubbi da vecchia
prostituta è divenuto una
incongruenza tutta lucana
dalla Regione ai comuni.
Mi viene naturale chiedere:
perchè ?
Siamo sempre stati poveri
in questa terra, ma degni.
Ora è povera e non ostile
questa terra lentamente
muore, noi anziani non ci
saremo e cosa lasciamo?
Solo disfatta annunciata.
Tu Potere lucano: aiuti
gli altri a creare disastri e
dimentichi il sociale lucano
Lo Stato, della Lucania
non frega a nessuno, ma tu
Politico lucano scavalcato
da Roma vile, perchè taci?
Torno a raccontare ancora
dei ricchi raccolti estivi di
grano, erano il nostro pane
come d'inverno i frutti
essiccati ed i pomodori
trasformati in salsa con
i peperoni cruschi appesi
pronti e buoni da gustare.
Un esempio di previdenza:
le salse lasciate cuocere al
sole, era il sugo da gustare
con strascinati e buon vino
era un’economia virtuosa:
davvero una provvidenza.
per la quale sapevamo di
ringraziare il buon Dio.
Ora si sta sprecando tutto
dalla vita dei giovani alla
natura, ai campi che sono
inquinati, alle erbe recline,
vengono lentamente a se
stessi abbandonati i cortili
ormai sterili di masserie
bruciate dal sole disabitate
A Irsina i campi di grano
piangono come ultima
reliquie che non cede ma
ora lì, manca il contadino...
È vano sperare rivederlo:
è moribondo come la povera
nostra Lucania dove non
è rimasto quasi più nulla.
Le pessime condizioni
costringono ad emigrare
giovani Laureati e l'amata
vanno via, riparte il viaggio.
Quel viaggio sul triste, noto
e vecchio atavico andare.
Amaro Sentiero lucano che
conduce lontano al nord
o in Europa, dove cercare
nuovo lavoro dove sperare
di poter vivere meglio,
partono: sono giovani
colti ma delusi da tutte le
promesse rivelatosi inutili,
il disarmante futuro senza
alcuna speranza non paga.
La speranza fatta propria,
coraggiosa ancora una
volta rimane attesa vana,
con fioche proteste di chi
è rimasto, pur con educate
proteste non danno frutto.
Bussare all'orecchio del
sordo? È ingiusto. E basta
insistere se la protesta
viene ridicolizzata da quel
cane nero con sei zampe.
Un mostro che beffardo
appare anche in TV dove
le audaci immagini sono
proiettate su questo nostro
disastrato Sentiero Lucano
Sporca, lurida presa in giro,
le bugie non recano buono,
tutto è perduto ai lati e sul
mio cammino lucano dove
fiumi fermati dalle dighe
vanno a valle asciutti, vuoti
un alveo trascurato, senza
più una lacrima d'acqua.
Accolto pur tiepidamente
e mai con consultazione
il patto sull’acqua non è
più ricchezza della Lucania
questa nostra virtù, era tale
prima, ora è saccheggiata,
poi inquinata come il ricco
sottosuolo di questa terra.
Hanno trasformano i fiumi
in aridi wadi: umiliandoli
ed in cui non c'è traccia di
di acqua ma segue il fiume
una grossa condotta a tubo
porta via la nostra acqua.
Abbiamo perduto tutti noi.
Restano vecchi nostalgici
e borghi in disfacimento in
attesa di inutili sagre estive
Testo di Domenico Friolo
Foto il Basento a Potenza

domenica 16 marzo 2025

Photogallery MOSTRA DOCUMENTARIA IN RICORDO DI "LEUCIO MIELE 1939 1975" NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE - MONTALBANO JONICO 2025 03 16

PHOTOGALLERY

LEUCIO MIELE 1939-1975 
STORIA DI UN'ESPERIENZA 
POLITICA NAZIONALPOPOLARE 
MOSTRA DOCUMENTARIA
MONTALBANO JONICO 2025 03 16 


Leucio Miele, 
militante, dirigente e capo dell'area nazionalpopolare 
in Lucania a cavallo tra anni '60 e' 70.








PHOTOGALLERY CONVEGNO IN RICORDO DI "LEUCIO MIELE 1939 1975" NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE - MONTALBANO JONICO 2025 03 16

 PHOTOGALLERY

LEUCIO MIELE 1939-1975 
STORIA DI UN'ESPERIENZA 
POLITICA NAZIONALPOPOLARE 
TESTIMONIANZE E RIFLESSIONI
MONTALBANO JONICO 2025 03 16 


Leucio Miele, 
militante, dirigente e capo dell'area nazionalpopolare 
in Lucania a cavallo tra anni '60 e' 70.





#LeucioMiele, #LeonardoGiordano, #MicheleTuzio, #GiuseppeRotunno, #AngeloLeone, #TeresaMarino, #RoccoTauro,#MicheleGiordano, #MariaTeresaMiele, #GiuseppeIncardona, #MicheleDeNittis,  #PietroGolia, #EnzoMariaDantini, #AchilleBiele, #WalterSpedicato, #nazionalpopolare,





Video MOSTRA DOCUMENTARIA IN RICORDO DI "LEUCIO MIELE 1939 1975" NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE - MONTALBANO JONICO 2025 03 16

LEUCIO MIELE 1939-1975 
STORIA DI UN'ESPERIENZA 
POLITICA NAZIONALPOPOLARE 
MOSTRA DOCUMENTARIA
MONTALBANO JONICO 2025 03 16 


Leucio Miele, 
militante, dirigente e capo dell'area nazionalpopolare 
in Lucania a cavallo tra anni '60 e' 70.




#LeucioMieleMostraDocumentaria, #nazionalpopolare,



Video CONVEGNO IN RICORDO DI "LEUCIO MIELE 1939 1975" NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE - MONTALBANO JONICO 2025 03 16

LEUCIO MIELE 1939-1975 
STORIA DI UN'ESPERIENZA 
POLITICA NAZIONALPOPOLARE 
TESTIMONIANZE E RIFLESSIONI
MONTALBANO JONICO 2025 03 16 


Leucio Miele, 
militante, dirigente e capo dell'area nazionalpopolare 
in Lucania a cavallo tra anni '60 e' 70.







#LeucioMiele, #LeonardoGiordano, #MicheleTuzio, #GiuseppeRotunno, #AngeloLeone, #TeresaMarino, #RoccoTauro,#MicheleGiordano, #MariaTeresaMiele, #GiuseppeIncardona, #MicheleDeNittis,  #PietroGolia, #EnzoMariaDantini, #AchilleBiele, #WalterSpedicato, #nazionalpopolare,







venerdì 7 marzo 2025

ADDIO LUCANIA di Domenico Friolo ROTONDELLA 2025 03 07

ADDIO LUCANIA 
di Domenico Friolo  
ROTONDELLA 2025 03 07



LUCANI DEDICATE UN MINUTO A QUANTO RIPORTATO.

1) Sembra un viaggio poetico, ma è anche un racconto che non invecchierà mai se il flusso di lucani che abbandonano la loro terra non cessa una volta per tutte.

È spiacevole dirlo e fa anche male, purtroppo è la realtà

Dobbiamo porre un punto prima di affidare il destino lucano e di tutti voi del sud, in mani che si schiudono, rimanendo sempre vuote.

Prima si lasciava questa terra senza avere titoli di studio, si andava e là, venivano assegnati lavori pesanti e umili,

Venivano offerti lavori a pagamento con trattenute dal guadagno sui posti dove dormire in quelle baracche affollate, con servizi comuni e stufe a carbone

Per rendermi conto personalmente, andai a vedere questi posti, allora non c'erano più italiani, ma gente della penisola balcanica.

Non vi dico come vivevano, non mi credereste.

 

ADDIO LUCANIA

(Addio sud Italia)

di Domenico Friolo

In quei tempi remoti,

il distacco di chi andava

a cercar lavoro lontano,

come per chi vi rimaneva:

era amaro e segnava

la vita di dolore, negatività.

Al distacco, tutti i familiari

avevano gli occhi arrossati

di pianto e ne scendevano

copiosi rivoli di lacrime.

Una morsa di dolore cupo

stringeva l'anima e la gola,

infrangeva i cuori divenuti

sofferenti, tristi e a pezzi

in questo struggente addio.

Partivano dalla loro terra

amata, povera e martoriata

verso luoghi di speranza,

di diffidenza, di solitudine

a volte umiliante e fredda,

con la propria dignità

da difendere di uomini veri.

Soffrire la lontananza,

il difficile distacco fu arduo

l'assenza dei propri cari,

del loro amore divenivano

tangibile vuoto d’affetto,

come il pasto caldo

senza condividerlo in famiglia.

Che brutto non dormire

in lenzuola lavate e nette,

senza profumo di lavanda,

senza il tiepido abbraccio

dell'amata e dei suoi figlioli.

Senza sentire: buona notte

dai premurosi genitori.

Inviavano a casa il denaro

guadagnato con risparmi

di sacrifici e guadagni

e per risparmiare a volte

hanno anche digiunato,

per non mancare ai doveri

verso i familiari, per dare

ai loro cari il necessario

per vivere dignitosamente.

Tutto per un tozzo di pane,

per sostenere lo studiare

dei figli loro e saggiamente

hanno taciuto con bugie

innocenti a celare sacrifici.

Hanno taciuto la loro condizione di vita,

sul loro piangere struggente e amaro

racchiuso in quel falso <<Stò bene>>

a nascondere le pene e la solitudine.

Rientravano stanchi e felici

per il Santo Natale e feste.

Rientravano per votare

alle elezioni per dare un senso

di attaccamento italiano

e di appartenenza all'Italia,

alla patria e alla comunità,

come al borgo di origine.

Ecco modo e per cosa per cui

vivevano i nostri cari padri,

i nostri fratelli, i nostri zii,

i nostri nonni, solo per noi.

Oggi, voi altri, non dimenticate

tutto questo da loro vissuto,

voi che sapete raccontatelo,

datene conoscenza e onore.

Dai -Racconti di Domenico Friolo-

-

2) Invito alla meditazione, aperta per voi giovani.

""Giovani lucani, noto che al presente, è mi duole dirlo, molti di voi non sono fuori da questo contesto di cui sopra. Avete ripreso ad emigrare anche voi, spiace.

Meditassero tutti, anche se taluni non hanno giusta cognizione di causa, di sofferenze, dei sacrifici, delle pene sofferte e patite

in passato dai nostri padri.

Questi giorni attuali, i vostri: non sembrano giorni promettenti: vi manca il lavoro...dispiace.

I sacrifici fatti dai vostri padri e anche i sacrifici da voi fatti, vi hanno istruito, vi hanno dato cultura e professionalità, purtroppo quella povertà antica, oggi, è e di nuovo tra voi, con voi.

L' alba nuova sperata dai vostri padri e da voi stessi, non è giunta a voi giovani.

Questa realtà purtroppo, ha nell'aria un silenzio che lentamente vi contagia e vi porta con sè, lontano.

Nelle terre del sud, sembra esserci un brutto destino, beffardo e cieco

Quì si nasce per emigrare... Si dice da sempre. Purtroppo è proprio così per tanti, per troppi.**

Nella foto uno dei paesi lucani che ha più risentito di questa situazione: Rotondella.