EDVIGE VIOLA
I RICORDI FELICI
DELLA MIA
INFANZIA
E POESIE
MONTALBANO JONICO 2024 04 29
Ringraziamo la poetessa Edvige Viola,
per aver scelto le nostre pagine social
per la pubblicazione integrale
del suo libro.

Prefazione
Il
breve excursus sul particolare e fantastico periodo dell’infanzia che Edvige
Viola ha voluto fissare in questo volumetto, rendendo noto un frammento della
sua vita è un regalo per i suoi cari e non solo. L’autrice, ha acceso un focus
su quel fondamentale e magico momento fanciullesco, attingendo ai ricordi più
vividi ed indimenticabili.
I
rammenti del suo passato richiamano profumi, musiche, usi e costumi, nonché
sentimenti di piccoli ma significativi vissuti che hanno caratterizzato un
tempo storico.
Io,
in particolar modo mi sento piacevolmente coinvolta emotivamente, ed orgogliosa
di questo suo scritto, in quanto con Edvige c’è un legame di sangue per essere
cugina diretta di mio padre Antonio. È una cugina speciale perché essendo mia
omonima, ricordiamo con il nostro bellissimo nome (di santa Edvige d’Andechs,
duchessa di Slesia e di Polonia e di santa Edvige d’Angiò re di Polonia,
canonizzata dal conterraneo e tanto amato Papa Wojtyla, ossia, san Giovanni
Paolo II. Dal mio libro “Edvige da duchessa a santa”, edizione
2015) mia nonna paterna e sua zia (sorella di sua madre Piera) Edvige Vitale.
Leggendo
i racconti si scorgono paesaggi, atmosfere e fragranze che hanno segnato quegli
anni e persone presenti in quel trascorso. È piacevole ripercorrere con la
mente i ricordi che rievocano le sensazioni provate e impresse nella propria
essenza e fermarli sulla carta per renderli fruibili. Una memoria tramandata
che dimostra l’amore verso i propri cari che non vada dimenticata, quindi
perduta per percorre la vita tumultuosa dei nostri tempi moderni.
Alcune
delle genti citate nei racconti di Edvige hanno fatto riaffiorare alla mia
mente memorie di un tempo che fu, anche della mia fanciullezza, di persone
anche di mia conoscenza, come il suo maestro Valentino Rondinelli, insegnante
di Edvige che fu anche sindaco del paese, che io vedevo quando andavo a trovare
mia nonna materna Filomena Lillo, a Rotondella, che abitava accanto, e sua
moglie Donna Michela, amica di mia nonna
che lunghe conversazioni facevano spesso dai loro balconi di casa adiacenti,
sulle loro coltivazioni di garofani e altro ed io osservavo, attratta da quelle
splendide persone d’altri tempi. E, ancora, la sarta Santina Carlucci, per me
comare Santina, amica dalla gioventù delle mie due nonne e con la quale ho
mantenuto un rapporto d’affetto e di frequentazione fino agli ultimi giorni
della sua vita, essendo diventata da ragazza parte integrante della famiglia.
All’epoca non c’erano i negozi come oggi e gli abiti venivano confezionati
dalle sarte e dai sarti, per gli uomini, si sceglieva la stoffa, che si
acquistava dai rivenditori e si sceglievano i modelli dai cataloghi.
Sottolineare questo, ritengo sia importante come notizia ai giovani di oggi che
possono solo con l’immaginazione provare a sentire la gioia di un abito nuovo
per i ragazzi di allora.
L’invito
è quello di leggere queste scorrevoli pagine con approccio sensibile, che fa
meglio percepire ed avvicinare al significato che Edvige ha inteso trasmettere.
Mi
complimento per la graziosa idea di narrare il suo mondo di bambina.
Montalbano Jonico, 29 aprile 2024
Edvige
Cuccarese
Alle mie
figlie Monica, Roberta e Sara
Ai miei
generi Mimmo, Alessandro ed Egidio
e a miei
splendidi e amati nipoti Edoardo, Emma e Diego,
affinché
anche loro, un giorno, potranno avere dei ricordi felici
come li ho
avuti io
e che hanno
resa unica ed indimenticabile la mia infanzia.
Un affettuoso ringraziamento a mio
marito Nino Cipriano per la sua
preziosa collaborazione, i suoi
suggerimenti, la scrittura di queste
pagine al computer,
ma soprattutto per la sua pazienza.
Da dove vengo?
Vengo dalla
mia infanzia.
Vengo dalla mia infanzia come da un paese.
(Antoine de Saint-Exupéry)
La vita non è quella che si è
vissuta
ma quella che si ricorda
e come la si ricorda per
raccontarla.
(Gabriel Garcia Marquez)
I bei
ricordi non scompaiono mai.
Nel
peggiore dei casi si
addormentano
nei sotterranei
dell’anima,
salvo, poi,
risvegliarsi
all’improvviso
quando
sentono il motivo di una
vecchia
canzone.
(Luciano
De Crescenzo)
Premessa
Il tempo passa velocemente, inesorabilmente e non ritorna
indietro mai! Scorre come la sabbia quando la prendiamo e la lasciamo scivolare
tra le dita…
I ricordi racchiusi nel cassetto della nostra memoria, che
possiamo estrarre quando vogliamo per rivivere tutti quei momenti che hanno
reso unico e speciale (anche nella sua ordinarietà) un preciso momento della
nostra vita, ci fanno rendere conto che abbiamo vissuto e non siamo stati solo
passeggeri inconsapevoli della nostra vita.
Riscoprire il passato ci offre l’opportunità di ricomporre il
puzzle della nostra storia, unica e irripetibile, che appartiene solo a noi
stessi.
C’è qualcosa di magico nel ricordo e ogni volta che ne
assaporo uno, sento pervadermi dalla serenità, gioia e dolcissima
malinconia. Lo trovo un antidoto alla
solitudine.
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