giovedì 21 agosto 2025

FRAMMENTO DI VITA di DOMENICO FRIOLO ROTONDELLA 2025 08 21

 FRAMMENTO DI VITA 
di DOMENICO FRIOLO 
ROTONDELLA 2025 08 21

 


FRAMMENTO DI VITA

         (storia vera)

Avevo 14 anni, vivevo a Potenza era inizio di settembre ma mi trovavo nel paese dei miei natali.

Ero al Purgatorio e mi poggiavo all'angolo del panoramico muraglione che sovrasta la curva. All'altro capo del muraglione in alto il bravo e apprezzato Carmine Suriano: oste, salumiere, politico socialista disponeva presso il muraglione un tavolino e delle sedie per i suoi soliti quattro o cinque clienti amanti del gioco con carte napoletane: tre sette, scopa e briscola, mentre signore giunte nel suo negozio venivano serviti da sua moglie Modesta.

Allora il Purgatorio brulicava di bimbi, dei loro genitori di parenti e amici e di gente di passaggio, ci si scambiava l'un l'altro saluti notizie, avvenimenti, curiosità.

Quel via vai verso Caramola e verso la Trisaia era folto al mattino, come a sera.

Un giorno vidi un uomo: un benestante campagnolo, robusto, piccolo, tarchiato ed avanzo di °galera.... (l'aggettivo non intende offendere i suoi più diretti parenti, tutte bravissime persone).... avvicinare mio padre e parlottare con lui, come se stessero combinando un affare, questa volta il tarchiato parlava sul serio.

Mio padre, persona onestissima lo ascoltò, ma pareva contrariato dalla richiesta del tarchiato.

Li guardavo dall'alto del muraglione loro due che si trovavano presso il fontanino.

Io, incuriosito posi più attenzione al loro parlare e sentii nitidamente che il tarchiato voleva me come aiuto per i suoi possedimenti nella sua tenuta.

Smisi di ascoltarli e senza farmi vedere andai via.

Ma questo dialogo tra loro, mi aguzzò il pensiero: io lavorare con un benestante delinquente ladro e taglieggiatore?

Nel paese tutti sapevano e conoscevano costui e aveva anche un soprannome che ancora oggi è sulla bocca di tutti, perfino su un libro da poco uscito.

Mio padre tornato a casa, mi guardò intensamente per qualche secondo, poi con sforzo immane mi disse: oggi qualcuno mi ha proposto un lavoro per te.

E mi raccontò ciò che prima avevo visto e udito.

Risposi a mio padre con risentimento: Papà, ero venuto da te per starti vicino qualche settimana, io non rimango a Rotondella, ne vado a lavorare per certi soggetti.

Sono un ragazzino, ma la vita è mia e finora nessuno salvo mia sorella e il marito cognato si sin presi cura di me, ne tu, né i miei fratelli.

Mi dispiace non accetto...e mi comporterò di conseguenza.

All'alba del mattino dopo, senza dire niente a nessuno, e vestito con un paio di zoccoli ai piedi una magliettina estiva gialla e pantaloncini corti, neri e nulla più, mi avviai a piedi da Rotondella alla volta di Potenza, un percorso che conoscevo tramite ampie cartine geografiche che stupivano nelle aule scolastiche e per aver fatto questo percorso in auto con mio zio noleggiatore nel tratto rotabile verso prima del SS 104 e poi la SS 92 per Potenza.

Viaggi in cui memorizzai tratturi e vie sterrate che da queste Strade Statali si dipartivano come accorciatoie e che io percorsi per accorciare il tragitto.

Sapevo dove c'erano fontane lungo la via, e di tanto in tanto mangiavo qualche fico di settembre in poderi che fiancheggiavano la strada.

Intanto giunse il crepuscolo, vidi giungere una Mille e cento blu di qualche Ente, auto già vista a Potenza, cercai di fermarla con l'auto stop, rallentò ma non si fermò e procedette.

Rimasi deluso, se mi avessero preso a bordo a sera inoltrata sarei giunto a Potenza.

Un paio di minuti transitò un giovane con una vespa e mi offri un passaggio al paese successivo, accettai e procedemmo per Missanello.

Arrivato in paese vi era una processione con una Madonna che aveva bloccato il traffico, tra le auto ferme c'era la Mille e cento prima avvistata: bussai alla al vetro della portiera aprirono la porta, spiegai loro la ragione della mia richiesta del passaggio, i due uomini si guardarono poi mi dissero entra, ti portiamo con noi a Potenza.

Presi posto in auto e proseguimmo per Potenza dove giungemmo alle 22, mi accompagnarono fin dentro casa di mia sorella, e mi chiede scusa di non avermi dato il passaggio già prima sotto Missanello.

Ci fu grande emozione di tutti i presenti Mia sorella e mio cognato erano raggianti come me, i miei nipotini che per me erano fratellini minori erano felici e con entusiasmo del nostro riunirci di nuovo e mi presentarono la novità di casa un enorme pupazzo gonfiato detto Ercolino sempre in piedi.

Il giorno dopo mio cognato andò alla caserma dei Carabinieri e fece comunicare ai Carabinieri di Rotondella che ero a Potenza sano e salvo e di avvertire mio padre che mi cercò con amici e parenti.

Per non dimenticare aggiungo che il tarchiato personaggio era indicato col nome di una Nazione dell'estremo oriente.

Questa è storia vera vissuta da me voluta e creata sulla mia pelle a solo 14 anni di vita.

La vita procede molte volte come noi la vogliamo e facciamo.

Quel ragazzino eccolo ora in una foto di due giorni fa.