lunedì 22 marzo 2021

RIMEDIANTI, STREGHE, FATTUCCHIERE E “MASCIARE” di Maria Grazia Conte 2021 03 21

RIMEDIANTI, STREGHE, 
FATTUCCHIERE E “MASCIARE”
di Maria Grazia Conte 
Policoro 2021 03 21

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IL RISCATTO DELLA DONNA


 La figura della rimediante ha un ruolo centrale all'interno della pratica della fascinazione, senza la sua persona che funge da ponte, durante la fase oniroide, tra l’elemento fascinatore e quello fascinato, non si potrebbe avere una risoluzione magica della stessa. 

La rimediante di solito è una donna ma tale pratica può essere svolta anche dagli uomini. Nella società lucana di un tempo e anche in quella odierna questi individui vengono denominati “masciari”. 

E’ opportuno fare una distinzione tra i “masciari” cosiddetti buoni e quelli cattivi. 

Le rimedianti rientrano nella categoria dei buoni  e praticano la magia solo ed esclusivamente per fare del bene alla gente senza chiedere nulla in cambio. 

Nella seconda categoria rientrano coloro i quali hanno venduto l’anima al diavolo, praticano la magia nera e fattura a morte, dietro un ingente somma di denaro. 

Si crede che essi vadano in giro di notte, cavalcando dei cani, verso le abitazioni delle persone che vogliono colpire oppure assumono le sembianze di serpenti, rospi, conigli, gatti e topi. 

Per diventare masciara si fa una lunga pratica di iniziazione sotto la guida di un'altra masciara : la novizia deve procurare attraverso un maleficio la morte di una persona cara. Tutte le formule di insegnamento di scongiuro vengono tramandate solo in giorni di festa  come il Natale o la Pasqua, definiti giorni “grannili”, cioè di grande solennità. 

La figura della rimediante rientra in una tradizione millenaria che vede le donne protagoniste come streghe, fattucchiere, maghe, custodi di un grande sapere tipicamente femminile che in diverse epoche hanno rivestito un ruolo di grande importanza nella società. 
Esse sono l’espressione dell’evoluzione del ruolo sociale della donna, che molto spesso a rischio della propria vita, decidono di esercitare il proprio diritto alla libertà. 

E’ pur vero che anche gli uomini praticavano la magia ma in maniera limitata, il mondo maschile era principalmente politico e religioso, pertanto essi relegavano l’immagine della stregoneria come fenomeno prettamente femminile, per poter escludere le donne dagli ambiti sociali più importanti. 

Già nel V secolo a. c. nelle “dodici tavole”, il codice giuridico romano, si proibiva la pratica associata alla magia ma furono consentite alcune pratiche private che porteranno alla proliferazione della stregoneria nel mondo antico. 

La letteratura è piena di immagini di donne che esercitano poteri magici ad esempio una delle figure più interessanti della stregoneria classica è la maga Circe . 

Virgilio la rappresenta come una maga che riusciva a trattenere gli uomini condizionandone la volontà.  

Si costruisce quindi un’immagine della donna, come origine di malefici che sarà promossa dal cristianesimo e durerà fino ai giorni nostri. 

Si può considerare la maga Circe come una sorta di progenitrice delle nostre “masciare”, nel momento in cui cerca di legare a sé il proprio amato attraverso la magia, una donna che si oppone all'ordine sociale maschile, quando cerca di trattenere il proprio amato contro la sua volontà. 

La tradizione greco-romana è piena di queste figure femminili, simboli e icone dell’arte magica. Un altro esempio è quello di Medea che incarna la dimensione malefica della passione amorosa che la legava a Giasone. 

Anche Didone può essere annoverata in questo gruppo di donne, regina di Cartagine, la sua figura si colloca tra mitologia e storia. 

Ella non è un adattamento alla maga Circe, perché non è una semplice strega, ma una donna innamorata che si suicida con la spada del suo amante. 

Didone è un esempio di donna che si trasforma in strega per motivi di circostanza cioè trattenere a sé il proprio amato, da una parte è un’innamorata in preda alla disperazione, dall'altra è una donna che conosce i poteri delle streghe. 

I personaggi menzionati finora sono gli esempi più eclatanti di donne che attraverso la magia riescono a influenzare il mondo maschile, che inevitabilmente le relegava in un gradino più basso della scala sociale. 

Esse rimangono nell'immaginario collettivo perché la letteratura greco-romana le conduce fino ai giorni nostri. 

Esse erano Dee o grandi regine sospese in un tempo a metà strada tra la mitologia e la storia.

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