RIMEDIANTI,
STREGHE,
FATTUCCHIERE E “MASCIARE”:
IL RISCATTO DELLA DONNA
di Maria Grazia Conte
Policoro 2021 03 21
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Ma cosa accadeva alle donne “comuni” che praticavano la magia o semplicemente erano sospettate di praticarla?
Sono tristemente note le sorti che toccavano a tante donne durante i secoli XII e XIII.
La chiesa condannava qualsiasi comportamento ritenuto magico tranne la medicina e l’astrologia.
In quegli anni Tommaso D’aquino scriverà nella sua “Summa Theologie” che il patto diabolico è l’elemento fondamentale della stregoneria.
In questo quadro tracciato da San Tommaso le streghe non sono più donne ignoranti che si affidano a superstizioni pagane eridate da secoli, ma sono complici del diavolo.
La relazione tra magia e sesso femminile era presente sia
nella tradizione greco-romana, sia in quella medievale in cui secondo il
pensiero di Beroja: accusando parte della collettività di stregoneria, si
possono difendere interessi politici, perché in quel modo si potevano dominare
le masse.
La concezione della magia e di conseguenza la figura delle streghe ad essa annessa cambia nel XIII SEC, la strega diventa colei che esercita i poteri diabolici ed ha rapporti con il diavolo.
Questa nuova visione della magia è da attribuirsi in larga misura della chiesa che individuava in essa un pericolo poiché si diffondeva rapidamente in tutte le classi sociali, togliendo terreno fertile ai principi religiosi.
Le cosiddette streghe subirono una feroce repressione a partire dal XIV secolo, subito dopo l’epidemia della peste nera che aveva fatto nascere una psicosi collettiva che vedeva nelle streghe l’origine di tale epidemia.
Nasce proprio in questo periodo l’idea che queste donne si riuniscono per adorare il demonio durante il sabba.
Il manuale che maggiormente ha influito sulla caccia alle streghe fu il “Malleus Maleficarum”, il martello delle streghe, ad opera degli inquisitori domenicani Jacob Sprenger e Heinrich von Kramer.
Questo manuale è importante per tutti gli inquisitori perché dà importanti riferimenti su come individuare e interrogare le streghe e come combatterle.
La strega quindi a partire dalla fine dell’età
medievale, sarà un’eretica o un’emarginata, che le istituzioni sociali finivano
per condannare a morte, molto spesso ad esserlo erano le donne più indifese,
prive della protezione patriarcale.
La figura della rimediante, elemento fondamentale per la risoluzione magica della fascinazione, si inserisce all’interno di questo quadro per alcuni aspetti ma differisce per altri.
Di sicuro la rimediante non è un personaggio mitologico come la maga Circe che ricorre alla magia solo per amore, ma è una donna la cui figura è fondamentale per l’intera comunità, senza la sua mediazione la crisi della presenza non può essere reiterata sul piano mitico-rituale.
Ciò che la lega in qualche modo alla figura della maga Circe e di tutte queste altre donne è il momento della legatura amorosa.
La rimediante non può essere nemmeno paragonata alle streghe che durante il periodo medievale finivano sul rogo perché si credeva fossero dedite all’omicidio dei fanciulli, controllavano le forze della natura, causavano carestie e pestilenze.
Le rimedianti sono per così dire delle “streghe buone”.
Il filo conduttore che lega tutte queste donne dedite alla magia nelle sue diverse forme è il riscatto sociale da un mondo maschile che le relegava ad un ruolo sociale subordinato. Nella nostra società contemporanea la donna gode di grande emancipazione e dopo moltissime lotte è riuscita ad avere uguali diritti e doveri dell’uomo.
Allora viene da chiedersi come mai esistono ancora le rimedianti, le “masciare” o delle “streghe moderne”?
Senza dubbio le rimedianti lucane sono le depositarie di sopravvivenza culturali accumulate nel tempo, accanto ad esse nascono nuovi modi di fare magia ed essere streghe.
Il più importante tra questi è il movimento contemporaneo della wicca che si colloca a metà strada tra religione pagana e magia.
La sua stregoneria non è collegata a quella medievale, né agli atti tipici delle sette sataniche, non si rifà al culto del demonio ma al neopaganesimo.
Questo movimento nasce dalle opere di Gerald Gardner.
I wiccan credono nella divinità “Madre Dea” e in alcuni casi in un “Dio cornuto” suo consorte.
Questi Dei sono la personificazione della fonte divina di tutte le cose.
La magia della wicca ha un ruolo fondamentale perché consente di ridare energia al nostro pianeta devastato.
La magia diventa una pratica religiosa perché mediante riti e incantesimi si creano legami tra l’uomo e la divinità.
Ogni epoca per quanto moderna e tecnologica possa essere ha sempre bisogno
dell’elemento magico che è ereditato e rielaborato a partire da conoscenze
accumulate nei secoli riadattandole alle problematiche del proprio tempo, per dirla
alla De martino per risolvere la crisi della presenza.
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