VOTATI AD UN BRUTTO DESTINO
di Domenico Friolo
ROTONDELLA 2024 10 06
VOTATI AD UN BRUTTO DESTINO
Una
Lirica che denuncia.
Cala la
notte sui borghi
dei
silenzi dove la purezza
dolce
lascia il passo
a
putridi contaminazioni,
inquinamenti
che feriscono
la
piana, i declivi e le genti
Borghi
ormai solitari vuoti
moribondi
non più radiosi.
Là, ora
vivono uomini vinti,
dall'età
e dalla solitudine
Sono
quelli che rimasero
nei
borghi, sono i viventi
Gli
anziani nel divenire il miele
spalmato
su cari ricordi lontani.
Persone
ora quasi inerme
attendono
i figli per le ferie.
Vi sono
donne stanche, affidano
alla
preghiera devota e Santa
che non
porta frutto e speranze
se non
commuove misericordia.
Occhi
senza più lacrime
osservano
figli senza pace
affidarsi
a mete lontane
partono
senza soverchia
fiducia
sperando di trovarsi
meglio
dove giungeranno.
Anche il
giovane ingegnere
cerca
mai domo un lavoro,
non è
vinto eppur è perdente
è la
sorte che ne decide il futuro
fidano
nel titolo di studio,
non da
politici senza senno
colpevoli
del delitto in atto
sul
territorio e sugli uomini.
Non
dovremmo mai lasciare
i
silenzi muti, ergiamo la protesta
basta
non credere ciecamente
a
seduzioni politiche calate dall'alto,
di
contro ormai, c'è solo l'urlo forte:
quello
della nostra martoriata terra
che
protesta col ruggire di spasmi
e reflui
che ci porteranno terremoti
allora
risaliranno dalle profondità
i veleni
li ammassati e pressati.
Lucania
contaminata che muore
lentamente
al cospetto di orecchie
sorde e
di occhi ciechi di vecchi
inermi a
cui questa terra diede vita.
Ma
sappiate che la gente quì tornerà
non
saremo noi: sarà la nostra prole.
Capiranno
ciò che noi non volemmo
comprendere,
accorgercene e capire.
La
politica ha mosso gli scacchi a suo
vantaggio
a spese dei lucani e delle
silenziose
lande lucane divenute platea
incolpevole,
teatro di scempi maldestri.
L'astuzia
della politica, falsa ed egoista
va vinta
ha avuto buon gioco da sempre,
e noi
lucani non siamo immuni da colpe
e se
vogliamo dire basta dipende da noi.
Ci
vogliono i nostri futuri nipoti lucani
tenaci e
pronti, svegli e cocciuti difensori
e non
silenti come noi vissuti nel torpore
del
tragico disastro in atto in questa era.
Siamo
lucani colpevoli a non aver difeso
queste
terre martoriate vilmente abusate.
L'unica possibilità
lucana è in chi resta
attivo,
vigile e sarà un compito arduo.
I figli
oltre confine non torneranno più.
Gli
anziani non li rivedranno mai più.
Amareggiati,
tristi mentre andavano via
lasciando
nel cuore ricordi struggenti
da padri
che non seppero ergere difesa
dalla
trappola malefica del “posto fisso”
Ora
padri sconsolati riflettono sul perché
furono
silenti, sottomessi, creduloni, vili.
I lucani
del futuro, se vincono nel domani,
Questa
terra non sarà più fiore appassito.
by
Domenico Friolo 2014