sabato 20 settembre 2025

IL BORGO DEI SOGNI COMPIE 500 ANNI DI DOMENICO FRIOLO ROTONDELLA 2025 09 20

 IL BORGO DEI SOGNI 
COMPIE 500 ANNI 

di Domenico Friolo 
ROTONDELLA 2025 09 20



 IL BORGO DEI SOGNI COMPIE 500 ANNI.

di Domenico Friolo
Solo, raccolto in me stesso,
camminavo in corso Garibaldi,
di tanto in tanto mi fermavo
a osservare, e contemplare
l'enorme visione panoramica.
Guardavo sempre sulla destra,
oltre il vuoto del declino alberato
che a sera è di una miriade di luci
a testimoniare molti centri abitati
e posizioni di paesi e città,
adagiati intorno o appollaiati
intorno al vasto golfo di Taranto.
Immagini da me viste tante volte
eppur sempre belle e attraenti.
Camminavo lentamente gustando
questa bellezza del sud Italia
accompagnandomi serenamente,
ai tanti ricordi lì vissuti in famiglia.
Un forziere pieno di emozioni,
le stesse in cui imparavo che,
anche la povertà più umile,
aveva splendore di ricchezze.
Passavo e ripassavo immagini
i momenti di vita, da quelli infantili,
a giovane e poi da adulto venivo
nel luogo natio con quella domanda
che fuggiva sempre la risposta:
'''' Se avessi avuto mia madre in vita
accanto a me, sarei rimasto qui ? ''''
Quel porre un punto, senza sapere
se diversamente, sarebbe stato
meglio o peggio da come ebbi poi
ad indirizzate la mia vita. Chissà...
Come sempre nel dubbio,la verità
stava in mezzo, spaccando in due
l' incerto definire della mia mente.
Quello che avrei voluto e che voglio
è, che ogni verità, ogni gesto, mai
venga calpestato da impossibile
falsità e che il mio dire fosse rimasto
libero, simile al volteggiare di uccelli.
Non fu facile ridestarmi e trovarmi
senza ali e prendere coscienza che
vivere in altri luoghi non si volerà più
che le abitudini e le persone lasciate.
No, io non sarò mai un vulcano spento,
ne un uccello senza ali, io mi muoverò
e camminerò ancora sulla mia strada
illuminata dalla verità la sola testimone
insieme ad una luna giovane e ruffiana
che dal firmamento, racconta con me
di questo mio paese e delle sue storie
Io, già conoscevo il racconto della luna
su questo borgo, lo udii già appena nato
e alla luna risposi col mio primo gemito,
che risuonò nelle viuzze sovrapposte,
del borgo appiccicato alla dura roccia
del colle dove mi avviavo a piedi scalzi
tra le sue umili dimore, tra incolleriti
vulcani verbali e gesta che accese quel
tragico millenovecentocinquantasei.
Il cui fuoco di allora ferì la mia famiglia
ma mi rese redento, mi diede forza,
vigore e calore tanto vigore, da poterne
fondere il sole e oscurare gli inferi.
Cammino in solitudine, per un istante
mi fermo ancora per constatare di me
se fossi veglio o stessi sognando....
Poi faccio un altro passo, sorrido alla vita.
Non sono più in quel borgo, sembrerebbe
non ci fossi mai stato, è che... i suoi 500
anni non mi appartengono come vorrei.
Sono un vecchio viandante, un sognatore
di strada, con animo poetico, con la chitarra
sulle spalle, che a nulla più anela, a più nulla
aspira, se non a compiere il prossimo sogno
in pace... Anche i torti subiti non mi turbano,
Signori si nasce. Ed io sono rinato in Cristo.