ALCUNE
CREDENZE POPOLARI
di
Maria Grazia Conte
Dott.ssa
in Antropologia
2021
02 10
La cultura lucana è ricca di credenze popolari, esse nascono da particolari fattori fisico-psicologici che nel tempo assumono una connotazione oggettiva.
Le credenze popolari riguardano qualsiasi ambito della vita quotidiana e ancora oggi per esempio, ci guardiamo bene ad aprire un ombrello in casa, perché farlo porterebbe tanta sfortuna.
Non tutti sanno che l’origine di questa credenza si trova nella consuetudine, ormai scomparsa, secondo cui l’Estrema Unzione e gli Uffici in “articulo mortis” venivano coperti da un chierico con un ombrello.
Questo è solo uno dei tanti esempi di credenze popolari che sopravvivono nel quotidiano di ognuno di noi, alcune scomparse tipo la credenza che chi si fa pettinare o tagliare i capelli di venerdì può essere vittima di sventura, chi spazza la casa di sera sarà colpita da una disgrazia, altre ancora rimangono profondamente radicate come il volo del “porcellino di S. Antonio”, un piccolo insetto che se entra in casa porta sempre un buon augurio, per scongiurare la cattiva sorte si deve portare addosso un corno oppure porre davanti casa un ferro di cavallo per tenere lontana l’invidia.
Questi sono solo alcuni dei tanti esempi che si possono fare riguardo a questo argomento, essi hanno tutti come protagonista un oggetto o un animale, ma se le credenze hanno per protagonista l’uomo, si sottolineano alcuni aspetti distintivi, mettendo in evidenza manifestazioni patologiche o particolari segni somatici.
Le credenze più interessanti che ancora oggi alimentano la fantasia del popolo sono essenzialmente tre: il lupo mannaro, il monachicchio e il ciarallo.
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