ADDIO LUCANIA
di Domenico Friolo
ROTONDELLA 2025 03 07
LUCANI DEDICATE UN MINUTO A QUANTO RIPORTATO.
1) Sembra un viaggio poetico, ma è anche un racconto che non
invecchierà mai se il flusso di lucani che abbandonano la loro terra non cessa
una volta per tutte.
È spiacevole dirlo e fa anche male, purtroppo è la realtà
Dobbiamo porre un punto prima di affidare il destino lucano
e di tutti voi del sud, in mani che si schiudono, rimanendo sempre vuote.
Prima si lasciava questa terra senza avere titoli di studio,
si andava e là, venivano assegnati lavori pesanti e umili,
Venivano offerti lavori a pagamento con trattenute dal
guadagno sui posti dove dormire in quelle baracche affollate, con servizi
comuni e stufe a carbone
Per rendermi conto personalmente, andai a vedere questi
posti, allora non c'erano più italiani, ma gente della penisola balcanica.
Non vi dico come vivevano, non mi credereste.
ADDIO
LUCANIA
(Addio
sud Italia)
di
Domenico Friolo
In quei
tempi remoti,
il
distacco di chi andava
a cercar
lavoro lontano,
come per
chi vi rimaneva:
era
amaro e segnava
la vita
di dolore, negatività.
Al
distacco, tutti i familiari
avevano
gli occhi arrossati
di
pianto e ne scendevano
copiosi
rivoli di lacrime.
Una
morsa di dolore cupo
stringeva
l'anima e la gola,
infrangeva
i cuori divenuti
sofferenti,
tristi e a pezzi
in
questo struggente addio.
Partivano
dalla loro terra
amata,
povera e martoriata
verso
luoghi di speranza,
di
diffidenza, di solitudine
a volte
umiliante e fredda,
con la
propria dignità
da
difendere di uomini veri.
Soffrire
la lontananza,
il
difficile distacco fu arduo
l'assenza
dei propri cari,
del loro
amore divenivano
tangibile
vuoto d’affetto,
come il
pasto caldo
senza
condividerlo in famiglia.
Che
brutto non dormire
in
lenzuola lavate e nette,
senza
profumo di lavanda,
senza il
tiepido abbraccio
dell'amata
e dei suoi figlioli.
Senza
sentire: buona notte
dai
premurosi genitori.
Inviavano
a casa il denaro
guadagnato
con risparmi
di
sacrifici e guadagni
e per risparmiare
a volte
hanno
anche digiunato,
per non
mancare ai doveri
verso i
familiari, per dare
ai loro
cari il necessario
per
vivere dignitosamente.
Tutto
per un tozzo di pane,
per
sostenere lo studiare
dei
figli loro e saggiamente
hanno
taciuto con bugie
innocenti
a celare sacrifici.
Hanno
taciuto la loro condizione di vita,
sul loro
piangere struggente e amaro
racchiuso
in quel falso <<Stò bene>>
a
nascondere le pene e la solitudine.
Rientravano
stanchi e felici
per il
Santo Natale e feste.
Rientravano
per votare
alle
elezioni per dare un senso
di
attaccamento italiano
e di
appartenenza all'Italia,
alla
patria e alla comunità,
come al
borgo di origine.
Ecco
modo e per cosa per cui
vivevano
i nostri cari padri,
i nostri
fratelli, i nostri zii,
i nostri
nonni, solo per noi.
Oggi,
voi altri, non dimenticate
tutto
questo da loro vissuto,
voi che
sapete raccontatelo,
datene
conoscenza e onore.
Dai
-Racconti di Domenico Friolo-
-
2)
Invito alla meditazione, aperta per voi giovani.
""Giovani
lucani, noto che al presente, è mi duole dirlo, molti di voi non sono fuori da
questo contesto di cui sopra. Avete ripreso ad emigrare anche voi, spiace.
Meditassero
tutti, anche se taluni non hanno giusta cognizione di causa, di sofferenze, dei
sacrifici, delle pene sofferte e patite
in
passato dai nostri padri.
Questi
giorni attuali, i vostri: non sembrano giorni promettenti: vi manca il lavoro...dispiace.
I
sacrifici fatti dai vostri padri e anche i sacrifici da voi fatti, vi hanno
istruito, vi hanno dato cultura e professionalità, purtroppo quella povertà
antica, oggi, è e di nuovo tra voi, con voi.
L' alba
nuova sperata dai vostri padri e da voi stessi, non è giunta a voi giovani.
Questa
realtà purtroppo, ha nell'aria un silenzio che lentamente vi contagia e vi
porta con sè, lontano.
Nelle
terre del sud, sembra esserci un brutto destino, beffardo e cieco
Quì si
nasce per emigrare... Si dice da sempre. Purtroppo è proprio così per tanti,
per troppi.**
Nella
foto uno dei paesi lucani che ha più risentito di questa situazione:
Rotondella.