venerdì 30 ottobre 2020

50° ANNIVERSARIO SUORE DI SAN GIUSEPPE DELL'APPARIZIONE NELLA COMUNITA' POLICORO 2020 10 30 demo

50° ANNIVERSARIO demo
SUORE DI SAN GIUSEPPE DELL'APPARIZIONE
NELLA COMUNITA' DI POLICORO
2020 10 30

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In occasione del 50° anniversario della presenza delle suore di san Giuseppe dell’apparizione a Policoro, la comunità interparrocchiale ha voluto ringraziare Dio per il dono del carisma di Santa Emilia e ringraziare le suore che in questi 50 anni lo hanno incarnato  prodigandosi per il bene di tutti a Policoro.

Con questa intenzione  il 30 Ottobre 2020  mons. Vincenzo Orofino, vescovo della diocesi di Tursi – Lagonegro ha concelebrato  insieme ai sacerdoti di Policoro : don Giuseppe Gazzaneo, don Antonio Mauri don Antonio Donadio, don Salvatore De Pizzo e don Michele Celiberti, una s. messa di ringraziamento, animata dalla corale della Chiesa Madre.

50° ANNIVERSARIO SUORE DI SAN GIUSEPPE DELL'APPARIZIONE NELLA COMUNITA' POLICORO 2020 10 30

50° ANNIVERSARIO
SUORE DI SAN GIUSEPPE DELL'APPARIZIONE
NELLA COMUNITA' DI
POLICORO 2020 10 30



In occasione del 50° anniversario della presenza delle suore di san Giuseppe dell’apparizione a Policoro, la comunità interparrocchiale ha voluto ringraziare Dio per il dono del carisma di Santa Emilia e ringraziare le suore che in questi 50 anni lo hanno incarnato  prodigandosi per il bene di tutti a Policoro.

Con questa intenzione  il 30 Ottobre 2020  mons. Vincenzo Orofino, vescovo della diocesi di Tursi – Lagonegro ha concelebrato  insieme ai sacerdoti di Policoro : don Giuseppe Gazzaneo, don Antonio Mauri don Antonio Donadio, don Salvatore De Pizzo e don Michele Celiberti, una s. messa di ringraziamento, animata dalla corale della Chiesa Madre.


Rotondella vedute aeree 2004

 Rotondella 
vedute aeree 2004



















ROTONDELLA UN CANE DI NOME "PASCIAN" di Domenico Friolo ROTONDELLA 2020 10 30

ROTONDELLA
UN CANE DI NOME "PASCIAN"
di Domenico Friolo
ROTONDELLA 2020 10 30





Un' immagine bellissima, che alimenta quel senso buono è remoto, che ancora giace nelle curve dell'orizzonte del bel borgo natio.

Poi... ti accorgi, che l'immagine è fine alla propria emozione ed alle tante sensazioni
che da essa si percepisce: che è del tutto personale.

Già, proprio così... tutto appare bello sulla pedana del palco dove si balla e si canta
bevendo vino paesano al suono tipico di una pizzica fino all'ultima ora di una Sagra

Euforia di paese... il giorno dopo, il netturbino ha il suo da fare, altri smontano palco e illuminazione, i vecchi si ritrovano al belvedere detto Balcone dello Ionio,
a rimandarsi l'un l'altro i ricordi ed ancora una volta quel cane è lì,ben conservato nei ricordi degli anziani.

È Pascian... il grosso cane da caccia, dal manto ispido e rossiccio.

Era del negoziante: tale Tarantino che fermentava racconti di caccia in cui ebbe come compagno Pascian.

Un cane sempre presente nella piazza, un bastardo ne lupo ne segugio, ma con molto di uno spinone, cane che si aggirava nelle strade del borgo, annusando a chi fregare furbescamente l'osso da rosicchiare, oppure un boccone.

I cittadini del borgo, lo accarezzavano con cautela, sapevano che quel cane,
essendo bastardo, non dava molto affidamento col suo carattere, tale di ogni ibrido.

50° ANNIVERSARIO DELLA PRESENZA DELLE SUORE DI SAN GIUSEPPE A POLICORO 2020 10 30

50° ANNIVERSARIO 

DELLA PRESENZA DELLE SUORE DI 

SAN GIUSEPPE DELL'APPARIZIONE 

POLICORO 2020 10 30 




domenica 25 ottobre 2020

DON MARIO: UN BRAVO PRELATO di Domenico Friolo Rotondella 2020 10 25

 ROTONDELLA 
DON MARIO: UN BRAVO PRELATO
di Domenico Friolo
Rotondella 2020 10 25



Il parroco giunse in chiesa, trovò due persone sconosciute, parlavano in altra lingua dei particolari della chiesa, essendo stati rinnovati ed in meglio.
L'uomo disse alla donna, il prelato ci osserva, vorrebbe capire...
Infatti si avvicinò, chiese da dove venivamo, gli rispondemmo in italiano:
gli dissi il mio nome.
Lui fu pronto nel comprendere che il mio cognome non fosse di origine di quei luoghi, mi disse che lui era Don Mario, aggiunse la sua età, davvero ben portata. Gli dissi che ero nato in quel luogo e li battezzato, ma lui non volle credermi, allora lo invitai a controllare.
Ci trovammo dietro l'altare in sacrestia dove era situato l'ufficio di archivio.
Consultò vecchie pagine di un registro ed apparve la scritta che confermava il mio battesimo.
Il giorno di una festività del paese in quel di Gennaio, era il 1948.
Facemmo foto, poi come di consueto per i religiosi, concluse con una frase Biblica, si sbalordì del commento che feci alle sue frasi Bibliche, mi chiese se avessi studiato Teologia e si fece guardingo del suo tesoro sapiente: si rese conto che potevo porre domande o dare risposte imbarazzanti alla sua fede.
Poi saputo che stavamo recandoci da una amica, si offrì di accompagnarci con la sua auto guidando sulla strada che ci condusse dalla nostra amica che abitava al Convento e conosciuta in precedenza solo su FB.
Il parroco fu davvero gentile: bravo l'anziano ma giovanile Don Mario.
Apprezzammo la sua soddisfazione e la passione con cui ci parlò con emozione al suo partecipare al rinnovo della chiesa Madre.
Ci salutammo cordialmente augurandoci buone cose nel nome di Dio.
Nella foto antichi archi nella chiesa di S. ANTONIO che conducevano al convento degli zoccolanti, di cui nel secolo scorso, distrussero i resti per costruirci una scuola. Errore madornale eliminare tanto di storia rotondellese che avrebbe dato impulso turistico al borgo. Certo i Governatori dell'epoca del nostro paese non brillarono in iniziative eccellenti.

DIALETTO ROTONDELLESE "U' piacer ru ciucc ier a gramigna" ROTONDELLA 2020 10 25

DIALETTO ROTONDELLESE
"U' piacer ru ciucc ier a gramigna"
ROTONDELLA 2020 10 25


domenica 18 ottobre 2020

ROTONDELLA I PRINCIPI DEL CIELO: I FALCHI di Domenico Friolo - Rotondella 2020 10 18

ROTONDELLA
I PRINCIPI DEL CIELO: I FALCHI
di Domenico Friolo
Rotondella 2020 10 18
 


E` là, sui dirupi del Cervaro che vola
una coppia di falchi sorvolando il Ruggero.
Come alianti cercano la corrente ascensionale,
trovatola, in essa si lasciano cullare e trasportare
verso il sole, maestosi, ad ali spiegate, ali magiche,
ali immobili a tracciare meraviglie nel cielo
in attraente volteggiare, andare su, sù a formare
una spirale di cerchi, poi fermarsi, in alto,
nel vuoto e sostenersi in affascinante immobilità
con estro di grande maestria e sorprendente armonia
in un gioco acrobatico, vario, preciso, bellissimo,
con brevi, leggere vibrate di ali a porre stabilità
con l'ausilio delle piume della mobile coda.
Poi, compattarsi, rinchiudersi in se stessi,
ben stretti nelle loro ali ed in picchiata,
fendere l'abisso in velocità incredibile,
tanto da farne in essere i più veloci sulla terra.
Mi incantavano i falchi ed il Pellegrino ne era il re.
Pensando, ripassando il ricordo, mi ritrovo
bambino affascinato, da quei voli meravigliosi:
allora, mimavo quei falchi, spalancavo le braccia
correvo, correvo e volavo, volavo e correvo
e felice, sognavo di liberarmi nell'infinito.
Là in terra lucana nei concerti della natura.
di Domenico Friolo
Riporto un commento di Adriana da Fasano:
Domenico Friolo
, grazie, in effetti è così...Spesso le leggo quasi tutte, dipende dal tempo che posso dedicare...mi soffermo è commento, solo poesie che mi trasmettono qualcosa...se lo facessi con tutte...sarei un ipocrita...La tua mi ha colpito per la sua genuinità, sentivo l’anima in ogni parola, tanto da sentirmi nel contesto...mi è piaciuta tantissimo, quindi meritava il commento, ma non sempre è così....Chiedo scusa se mi sono intromessa, ma sentivo il bisogno di dire la mia...
Stupenda...si sente l’emozione in ogni parola...Per un attimo ho creduto di avere le ali...e di spiccare in volo...🦅Complimenti Domenico 👍😊 con stima...Adriana My...

venerdì 16 ottobre 2020

DIALETTO ROTONDELLESE Stavem nda vendra ra vaccha 2020 10 16

DIALETTO ROTONDELLESE 
Stavem nda vendra ra vaccha 
Rotondella 2020 10 16


Il dialetto rotondellese parlato
.

 Audio lettura, per chi vuole ascoltare 

o imparare il dialetto 

giovedì 15 ottobre 2020

ROTONDELLA 1947: VITA DEL DOPO GUERRA Domenico Friolo ROTONDELLA 2020 10 15

ROTONDELLA
1947: VITA DEL DOPO GUERRA
Domenico Friolo
- Dedica a Peppino Bianco -
Rotondella 2020 10 15

Vivere tra resti di guerra,
tra muri feriti da proiettili
divenuti punti neri
della miseria bellica.
Allora la fame
si manifestava
tremenda,
dura da sopportare.
A Peppino,
un vispo bambino,
si erano allungati
i folti capelli.
I suoi, lo mandarono
da mastro Andrea:
un barbiere del borgo
per farglieli tagliare.
Un uovo, soltanto un uovo
chiese mastro Andrea
in cambio del taglio ai capelli
all'umile e bravo Peppino.
Allora, non c'erano soldi
per pagare tutto il necessario.
La guerra lasciò solo miseria.
Tra noi uno dava una mano all'altro.
Peppino, le bimbe e i bimbi come lui
furono una generazione provata,
ma seppero imporsi nel mondo
ed io ne scrivo per onorare tutti loro.
di Domenico Friolo.

mercoledì 14 ottobre 2020

IL BALCONE DELLO IONIO di Domenico Friolo Rotondella 2020 10 14

IL BALCONE DELLO IONIO
di Domenico Friolo
Rotondella 2020 10 14


Ritornavo verso Rotondella,

il potente propulsore della mia auto,
divorava i tornanti alberati.
Salivo, nel mentre tutt'intorno,
cresceva la visione del sottostante
in un vario e bellissimo panorama.
Già oltre la gola tra Valsinni e Colobraro,
in lontananza, vedevo l'irto monte Alpi,
a fargli da spalla, a destra verso nord
un pò più in là: il brullo monte Raparo.
Spostavo lo sguardo lentamente verso destra,
a valle, vedevo l'ampio alveo del fiume Sinni,
Il suo greto disegnava un grande largo arco.
Sull'altra sponda del fiume: i calanchi.
In alto si stagliava Colobraro: sentilella del Sinni
sulla sua destra, appariva un sito orientale
un antico insediamento detto "Rabatana"
da cui si originò Tursi, poi il santuario di Anglona,
alle sue spalle a oriente, la valle dell'Agri,
dominata da Montalbano, adagiato su un pianoro
affacciato a ovest pericolosamente, sù un calanco.
Già, i calanchi, spogli e bianchi anche verso Pisticci
e verso l'abbandonata Craco con il suo torrione.
Lo sguardo si posava su Ferrandina ed oltre,
luoghi affacciati sulla valle del Basento,
oltre la valle del fiume, in alto giacevano
Miglionico e Pomarico, poi le alture Materane,
le Murge, la terra di Bari, il mare Adriatico
e fino alla penisola Balcanica, a volte visibile
se illuminata da ovest, dal sole pomeridiano.
Là luminosità dell'astro aiutava lo sguardo
nel vagare, frugando nel lontano panorama,
anche il cielo sereno, faceva la sua parte,
e dopo, il mio sguardo scivolava a est
ad ammirare la penisola Salentina,
fino alla sua estremitá, dove l'Adriatico
fonde le sue acque con quelle dello Ionio,
quindi, osservando a ritroso questo mare,
appariva Taranto bellissima, in riva al suo golfo
di un azzurro magico e poi la piana Metapontina,
fiorente distesa verde, costellata dai paesi Lucani:
vicino al mare: Bernalda-Metaponto, Marconia,
Scanzano, Policoro, la Trisaia e Nova Siri.
L'azzurro del mare, accoglieva quello del cielo,
in un infinito privo di un confine visibile tra loro
era un tutt'uno, là, dove l'orizzonte svaniva.
Infine posavo lo sguardo a sud, nella bella Calabria,
dove si ergeva un bastione, maestoso e bellissimo
che sfoggiava la sua imponenza sul circondario:
era il castello federiciano di Rocca Imperiale,
Apparivano ad ovest alture calabresi della costa ionica.
Appena visibile, racchiusa tra valli e monti c'era Canna.
Più sù, sui crinali accidentati e alti, domina Nocara
che precedeva i primi rilievi del Parco del Pollino
ed a chiudere il cerchio di questo incredibile
giro di immagini, lo sguardo ritornava in Lucania.
Appariva il boscoso ed impervio monte Coppolo.
Intanto avevo raggiunto la piazza di Rotondella,
posta sospesa su piloni al centro del paese:
osservatorio di eccellenza panoramica del sud Italia,
ancora uno sguardo, per porre l'indelebile visione,
il ricordo del grandioso panorama del bel borgo.
A piedi, mi addentravo nelle sue anguste stradine
tipiche di questa località appollaiata sul suo colle.
Notavo, qua à e là, testimonianze di virtú blasonate
in antichi edifici pregevoli, stemmi familiari, bei portali.
Purtroppo, anche una manifesta decadenza periferica
a causa del dovuto dipartirsi nell'emigrare dei suoi figli
e al conseguente triste abbandono di case e strade
in cui, il tempo ha creato , un lento disfacimento.
Nel borgo, il silenzio la faceva da padrone, intanto,
percepivo un disagio di cose perdute in quel silenzio.
Che peccato! Poi, deluso pensavo: ma come?
Rotondella, ha in sé, delle enormi risorse turistiche.
Infatti un turismo improntato al relax li sarebbe possibile
una tradizione gastronomica superlativa e poi il mare...
con la confortevole ed ancora incontaminata natura:
vera ricchezza della sua spiaggia e del mondo marino,
al suo meraviglioso, stagliarsi sul colle, visto dalla spiaggia
alla quiete camminata salutare e appagante in riva al mare.
E poi a sera, la pace lungo il suo corso alberato, che solo quì,
in questo luogo e tra questa gente, è possibile ricevere.
Diritti riservati.
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Una breve nota, a completare questa meraviglia lucana.
"" Credetemi, è fantastico trovarsi lassù.
Tra queste bellezze panoramiche naturali tra le più belle d'Italia.
Vi sono poi quelle gastronomiche a cui già accennavo, veri ed eccellenti sapori della cucina lucana, in due ristoranti diversi tra loro, simili nella gestione familiare, con pietanze tutte a base di prodotti del luogo.
L' uno posto in posizione panoramica, al centro del paese, con vista sul golfo, trattasi del Ristorante "La Mangiatoia", l'altro, nel pianoro della Trisaia, è la "Villa Lagaria", un agriturismo eccezionale, che offre soggiorni completi tra gli ulivi e nella quiete.
Non vi dico poi quale meraviglia nasconde raggiungere il passo del monte Coppolo, che immette verso la valle del Sarmento.
Dal passo appaiono tre letti di enormi fiumare, la Fiumara del canale Ragone, la Fiumarella di S. Giorgio, che affluiscono nel Sarmento.
La larghezza degli alvei ciottolosi è immensa, ed il pensiero porta a capire quale enorme massa di acqua scorre a volte in queste fiumare.
Faccio notare che:
Questo, in cui sopra si legge, è quanto scrissi nel 2012, poi giunse poi il 2019 e Rotondella, giustamente fu dichiarata "" IL TERZO BORGO PIÙ BELLO D'ITALIA ""
by Domenico Friolo.

domenica 11 ottobre 2020

FIDAS BASILICATA E FIDAS GRASSANO ORGANIZZANO UNA GIORNATA SU SICUREZZA LEGALITA' DONAZIONE GRASSANO 2020 10 14

FIDAS BASILICATA E FIDAS GRASSANO 
ORGANIZZANO UNA GIORNATA SU 
SICUREZZA, LEGALITA' e DONAZIONE  
GRASSANO  2020 10 14 




ROTONDELLA: I RICORDI DI DIMORE ABBANDONATE - Domenico Friolo ROTONDELLA 2020 10 11

ROTONDELLA
I RICORDI DI DIMORE ABBANDONATE
Domenico Friolo: racconti del passato 
dal 1950 in poi.
Rotondella 2020 10 11

  

Là, a Rotondella, mi accolsero le tiepide braccia di mia madre.
Là, venni al mondo, dopo un'era sconvolgente:
si era nel dopoguerra, in quella casa sul precipizio roccioso.
Oggi la vedo tristemente inutile, cadente e nel suo triste abbandono.
Sembra che guardi di traverso chi la fotografa, i quali sono ignari
del tempo in cui, tra quelle mura vivevano felici, dei vivaci bambini,
delle splendide ragazze, dei baldi giovani, dei forti uomini, delle amorevoli madri,
e dei saggi nonni e ne pubblica la foto come a mostrare solo una reliquie.
Là, in passato, dentro e davanti a quella casa, tutto era vita,
dal cantar del gallo fino all'apparire delle stelle tempo in cui,
ognuno aveva un ruolo, qualcosa da fare, da dire, da consigliare,
qualcosa a cui aspirare.
In quel luogo stavamo bene, però mancava il lavoro...
I giovani divennero audaci e lo cercarono altrove, quindi emigrarono.
Visitarono altre localita', dove scoprirono un maggior benessere.
Così' pian piano, al Purgatorio, rimasero i vecchi...
poi più nessuno.
Di tale situazione, ne scrissi questo poema: un amarcord:
DESOLAZIONE E ABBANDONO
Il sole non ravvivò più quelle onde di tegole
e gli embrici rimasero orfani degli uccelli,
dei loro canti, della loro grazia in volo.
Nel quartiere, cessò il trambustio del passaggio
di cavalcature e quello dei bimbi lasciati a giocare
nelle strade a giorni interi.
Rimase sola e desolata la chiesa del Carmine con la Vergine Santa.
Vana divenne la sua misericordiosa preghiera lanciata nel vuoto...
adagiata nel silenzio, di quelle strade e case ormai prive di vita.
La mia memoria va oltre: alle tante persone che ho conosciuto
in altre strade, in altri quartieri per poi indugiare al ricordo del suono
di una trombetta postale retta dalla mano del banditore:
Egli era Antonio Stigliano, detto Carrunge, uno stravagante e bonario personaggio.
Gli annunci artistici di Carrunge riguardavano i mercanti che avevano
raggiunto il paese per vendere le loro merci, i loro prodotti alimentari.
Erano annunci armonizzati con rime efficaci, spassose ed appropriate;
egli dava spettacolo effervescente e diretto da punti prestabiliti,
atti a dominare nel sottostante ed intorno, dove era più facile ascoltarlo.
Vero artista di strada, che ricordo sul muraglione della curva del Purgatorio,
dare fiato alla trombetta, poi piazzare la mani sul muraglione
sul quale si ergeva e con capo retto, imitando solennità dittatoriale
tipica di Benito Mussolini, ed iniziava con piglio fiero e autoritario a scandire il bando:
~ Ndù Pais ri vrncocc,
en arrivat duj ciment:
i pisci a Sant' Rocc,
i caki a lu Cumment~
Seguivano ilarità e risate. Era un vero spasso: il palco del suo teatro
era la strada, con Carrunge nei panni del protagonista.
La memoria continua il suo viaggio, scruta nei quartieri periferici:
Giunge al Cervaro, continua
verso la Fera Chiusa
dove viveva zia Grazia:
~ A STRAZZAREDD ~
nomignolo da tutti conosciuto
di Grazia Graziano, donna
e persona anziana esperta,
sapeva cogliere molto con poco.
Tipica la sua voce tremula rauca
e profonda dall'accento pugliese.
La ricordo nella sua anzianità,
aveva un femore rotto,
per cui soffriva ed ella se ne stava
seduta nella penombra
della sua porta su due gradini,
igradini immettevano all'interno
della sua casa senza finestre,
con il pavimento posto
più giù del livello di quella
panoramica strada su Cervaro,
Zà Grazia, nella penombra
di quelle mura della sua dimora
era attiva: ella vendeva
utili cosucce, nel mentre
riparava cernitori e ombrelli,
lei fu l'ultima regina a girare
nelle strade del paese
lo faceva ogni santo giorno,
poi, l'incidente che danneggiò
il suo femore la costrinse a desistere.
Volata in cielo tra i fiorice la sua
merce, fonte del suo guadagno
Zà Grazia Graziano,
detta a strazzaredd
ha lasciato orfano
l'abitato di quel luogo
popoloso ed esposto
ai raggi del sole del sud,
esposto al mare infinito.
Non nego che, quando rividi
quel luogo mi rattristai.
Avrei voluto tornare nel borgo,
continuare a girarci ancora
per ascoltare quante cose
avrebbero da raccontare
gli anziani ai giovani, ma ormai
i pochi rimasti sono lontano
daquel luogo, ora loro siedono
sulle panchine di Corso Garibaldi.
Rotondella è un borgo originale
bello e meraviglioso, detto anche
Balcone sullo Ionio, sul golfo
che nonostante la lontananza
da me e gli anni trascorsi altrove,
è sempre quì, nell'antrio del mio
cuore sempre innamorato
del paese ed anche questo mio
narrare è amore per Rotondella.
By Domenico Friolo.